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17.12.2024 09:30 | Azienda Sanitaria dell'Alto Adige | News
Natale, momento di crisi? Pronta una rete di sostegno

Roger Pycha, Primario della Psichiatria all’Ospedale di Bressanone, spiega perché le crisi psicologiche sono un problema importante nel periodo natalizio e dove si può trovare aiuto.

Non è tutto oro ciò che luccica. Anche i cristalli di ghiaccio possono riflettere la luce. A Natale, al freddo esterno fa da contraltare il calore interiore: ci riuniamo in famiglia, desideriamo la gioia e quasi cerchiamo di imporla nel giorno e all’ora esatta. Alla Vigilia di Natale, poi, tutto ciò sembra obbligatorio e va arricchito con regali più sorprendenti possibili. Alcuni si infastidiscono per gli errori. Altri sono di fatto esclusi, lasciati a cadere nelle crepe dei dissidi familiari, nella loro impenetrabile solitudine, nel loro freddo interiore.

L’inizio del nuovo anno, poi, equivale a una nuova partenza dopo esuberanti festeggiamenti. Si esternano speranze e desideri, a volte alimentati da un po’ di alcol. Non tutti tracciano un bilancio positivo. Alcuni cercano di mantenere il sorriso per non attirare l’attenzione. Altri, fin dall’inizio, non prendono proprio parte alla festa.

È un vecchio assunto dei terapisti: Natale e Capodanno sono tempi di crisi. L’intenzionalità positiva disegna anche reazioni opposte: difficoltà e paure deflagrano. Come terapeuta e come persona, si può essere preparati alle crisi quando ci sono feste da celebrare. Infatti, durante il periodo natalizio, le chiamate ai centri di consulenza telefonica aumentano fino al 30% e l’abbandono diventa il tema principale. Anche i gruppi e le associazioni di auto-aiuto sono più impegnati e, a Natale, organizzano feste per le persone sole. È il caso dell’associazione per il sostegno della salute psichica “Lichtung/Girasole” durante la Vigilia di Natale, alle 16:30 davanti alla chiesa delle Orsoline a Brunico.

Al congresso nazionale del Telefono Amico, tenutosi a Bolzano nel 2010, è stato sottolineato che le due preoccupazioni più importanti di coloro che chiamano sono la solitudine e l’esaurimento.
Le persone bisognose di aiuto vengono a sapere delle vacanze dei terapisti o di chi presta loro sostegno e diventano più ansiose. I Pronto soccorso e i reparti psichiatrici si riempiono di persone in crisi esistenziale, talvolta imbottite di droghe o con sintomi fisici difficili da spiegare.

Le crisi sono caratterizzate dal fatto che il cambiamento di una situazione supera la capacità di adattamento dell’individuo. Perdite o separazioni improvvise, conflitti che esplodono imprevedibilmente in tempi di pace comandata sono di frequente i fattori scatenanti. Nel corso di una crisi, la capacità di trovare possibili soluzioni è paralizzata, le vie d’uscita diventano più difficili da trovare o sono troppo faticose in termini di impiego di energie e non vengono nemmeno tentate. Soprattutto, la comunicazione soffre durante una crisi. Le persone colpite si sentono sole e non vedono più l’utilità di confidarsi con gli altri.

Per loro, è utile stare vicino agli altri e discutere della sofferenza che provano. All’inizio di crisi molto gravi, c’è una fase di shock in cui le persone colpite non reagiscono affatto. A volte, rimangono nella zona di pericolo, ad esempio sul luogo di un incidente. A quel punto è importante portarli al sicuro, tenerli al caldo, offrire loro cibo e bevande poiché a malapena si accorgono dei propri bisogni.

Nella successiva fase di reazione si scatenano sentimenti intensi, che possono anche essere contraddittori, in grado di mettere sotto pressione le persone colpite. È importante che gli astanti accettino gli scoppi emotivi, come il pianto e le urla, senza farsi prendere dal panico o scappare. Va sopportata la vicinanza della persona scossa.
Nella cosiddetta fase di coping, le persone colpite si rendono conto razionalmente della situazione in cui si trovano. Questo è il momento della consulenza e del sostegno. Le domande sulle origini e sul contesto della crisi sono importanti affinché chi è in difficoltà possa trovare una spiegazione coerente. Anche se le storie di sofferenze vengono raccontate più volte, queste non sono mai esattamente le stesse ma aiutano a elaborare l’evento. Spesso gli ascoltatori devono avere molta pazienza. Gradualmente, possono orientare la conversazione verso il futuro. Di conseguenza, vengono discusse più possibili vie d’uscita, che diventano man mano più concrete. Prende corpo un nuovo orientamento.

Parenti, amici e colleghi possono sostenere queste persone. Tuttavia, potrebbe non esserci nessuno disponibile a prestare aiuto, oppure la crisi è troppo grave e pericolosa per la vita. In questi casi, arriva il momento di contattare il numero verde 800 101 800 del Supporto psicologico telefonico, attivo 24 ore su 24, di rivolgersi al medico di Medicina generale o al Servizio di reperibilità per emergenze psichiatriche degli ospedali di Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico. In caso di emergenza estrema, anche il numero unico di emergenza 112 sarà comunque di supporto.

Una rete di esperte ed esperti è a disposizione della cittadinanza per fornire informazioni utili affinché ognuno possa essere, se necessario, il proprio “manager” della crisi ma anche per trovare il coraggio di chiedere aiuto agli altri a Natale e Capodanno senza sentirsi in colpa. In quest’ottica, può essere consultato anche il sito web www.nonseidasolo.it. Il titolo dice già tutto.

(Red)


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