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01.03.2024 08:00 | Azienda Sanitaria dell'Alto Adige | News
«L’obesità si combatte con la motivazione»

Il 4 marzo è la Giornata mondiale dell’obesità. Nella seguente intervista, Michael Kob, Primario reggente del Servizio di Dietetica e Nutrizione clinica dell’Ospedale di Bolzano, interviene sul tema.

Il focus principale di questa particolare giornata è la prevenzione di quella che il Michael Kob definisce a ragione una “malattia”. In Alto Adige e nel mondo, l’obesità colpisce sempre più persone.
«Le più recenti statistiche ci dicono che, se questo trend continua, entro il 2035, il 51% della popolazione mondiale, quindi più di 4 miliardi di persone, si troverà in una condizione di sovrappeso o obesità – rivela Kob –. Gli effetti sulla società sono devastanti, sia dal punto di vista della salute che da quello economico. L’obesità è un fattore di rischio per lo sviluppo di numerose malattie croniche, tra cui il diabete mellito, l’ipertensione e l’infarto ma anche diverse forme tumorali. Causa anche problemi psicologici come la depressione, l’ansia e una bassa autostima. Inoltre, è associata a un aumento della mortalità e a una conseguente aspettativa di vita ridotta di oltre 2 anni e mezzo rispetto alla media».

E in Alto Adige come va?
Qui in Provincia, il 22% della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre il 4,9% è obeso. I bambini tra gli 8 e i 9 anni con peso in eccesso, invece, sono il 12,9%. Nella stessa fascia d’età, l’obesità si attesta al 2,6%. La tendenza ad aumentare è più demarcata negli over-65 poiché le percentuali di persone in sovrappeso oppure obese sono, rispettivamente, del 36,7 e del 14,1%. Il dato positivo è che siamo leggermente sotto la media nazionale ma, negli ultimi anni, anche in Alto Adige l’aumento delle casistiche è stato costante.

Parliamo del 4 marzo, Giornata mondiale dell’obesità: qual è il messaggio che si intende lanciare in questa particolare data?
Si tratta di un’occasione per sensibilizzare la popolazione, ma anche gli operatori della sanità, su prevenzione e terapie esistenti. Dobbiamo assolutamente trovare delle strategie condivise per contrastare questo fenomeno.

Consumare i cibi giusti e nelle quantità ideali è un consiglio corretto ma anche semplice da dare. Molto meno semplice è far comprendere quale impatto negativo abbia sulla propria salute mangiare troppo e male. A volte, infatti, trattiamo il nostro corpo come se ci fosse estraneo…
Partiamo dal presupposto che, seppur in gradi diversi, sovrappeso e obesità costituiscono una malattia. Siamo abituati ad andare dai medici per ricevere un farmaco o sottoporci a un intervento chirurgico, mentre il trattamento contro l’obesità è basato principalmente su indicazioni mediche, che poi il paziente deve applicare, andando così a incidere sul proprio stile di vita. Inoltre, l’alimentazione ha un collegamento molto forte con l’emotività. Pertanto, non è semplice trovare un approccio univoco efficace per tutti.

Ritiene che sia necessario agire affinché la cosiddetta “educazione alimentare” sia un concetto da coltivare sin dall’infanzia?
Assolutamente sì, anzi, addirittura prima! Sin dalla gravidanza si dovrebbe adottare uno stile alimentare sano. Sappiamo, infatti, che l’alimentazione della neomamma durante la maternità può incidere sull’insorgenza di diabete, obesità o di altre malattie metaboliche del futuro figlio. In questo senso, ad esempio, l’allattamento al seno ha un effetto protettivo contro questi rischi.

Soffermandoci all’infanzia e all’adolescenza, i due periodi in cui avvengono i cambiamenti più rapidi e incisivi nel corpo umano, è giusto sottolineare che eventuali abitudini alimentari errate del nucleo familiare impattano fortemente sul rischio di sviluppare il sovrappeso o l’obesità?
Probabilmente, in queste fasce d’età è “IL” fattore. Non sono i piccoli “sgarri” a incidere sull’aumento di peso ma le abitudini alimentari errate e costanti a provocare danni.

Come si elude il senso di fame?
Uno dei principi di base è la distribuzione dei pasti. Tra colazione, pranzo e cena è importantissimo inserire dei piccoli spuntini a metà mattina e metà pomeriggio. Questi hanno un effetto positivo a livello metabolico, contribuiscono a mantenere stabile la curva glicemica e ne giova anche lo stomaco! In questo modo, non si arriva ai pasti principali con troppa fame. Un secondo fattore è la densità calorica di ciò che assumiamo perché, a parità di volume, sono da preferire i piatti a base di vegetali e cereali integrali rispetto ad alimenti altamente processati come i dolci, snack salati e barrette energetiche. Benché di queste ultime non ne consigliamo il consumo abituale, però, va detto che, in determinate circostanze, è meglio mangiare quelle piuttosto che saltare un pasto o andare al fast food. Infine, va ricordato anche che gli alimenti ricchi di fibre, come ad esempio i legumi, sono a lento rilascio di carboidrati e rallentano lo svuotamento gastrico, per cui ci si sente sazi più a lungo.

Movimento, cibi sani, corretta alimentazione. Da cosa si parte per avere una salute migliore? Non vale la risposta “da tutti e tre”…
Dalla motivazione. Se non si è seriamente motivati, qualsiasi tentativo è destinato a fallire sin dall’inizio. Faccio un esempio: prendiamo il caso di un paziente o una paziente che si rivolge a noi esclusivamente dietro consiglio medico o perché glielo ha imposto il coniuge o un genitore, senza che l’interessato o l’interessata abbia una forte motivazione intrinseca. In un caso del genere, i risultati saranno minimi o poco duraturi.
Ritornando alla domanda, se si hanno abitudini alimentare errate, si può iniziare a correggere quelle. Qualora invece si abbia uno stile nutrizionale corretto ma un metabolismo più lento, è consigliabile puntare di più sull’attività fisica. Infine, ma non meno importante, se manca la motivazione, un consulto psicologico può fare la differenza.

Nella società attuale, forse la spinta motivazionale è data più da un fattore estetico che da una questione di salute. Cosa ne pensa?
Che è un’eventualità che si riscontra maggiormente tra i più giovani piuttosto che in età adulta, quando a influenzare le scelte sono i problemi di salute insorgenti. Poi, nella lotta all’obesità, bisogna anche stare attenti a non sviluppare un rapporto negativo con il cibo come capita con la bulimia o l’anoressia.

Ritiene che consumare il giusto quantitativo di alimenti sia anche una responsabilità sociale?
Assolutamente sì. Il consumo di alimenti di origine vegetale come frutta, verdura, legumi e cereali, che tra l’altro sono a base della vera dieta mediterranea, favorisce la riduzione dei gas serra, dello spreco di acqua e tutela maggiormente la biodiversità. Poi, come lo scienziato Ancel Keys ha dimostrato nei suoi studi su alcuni popoli dell’area mediterranea, questo tipo di dieta, senza ovviamente dover rinunciare del tutto al consumo consapevole di carne e pesce, riduce il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, impattando positivamente sulla longevità delle persone.


Fonti statistiche citate: Organization for Economic Co-operation and Development (OECD), Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) study, Passi 2020-21, Passi d’argento 2020-21, OMS 2022

Informazioni per i media: Ripartizione Comunicazione, Azienda sanitaria dell'Alto Adige

(RL)


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